Hericium erinaceus e Alzheimer: la scienza conferma il potenziale neuroprotettivo del “fungo criniera di leone”
Negli ultimi anni si è parlato molto di Hericium erinaceus, il fungo noto anche come “Lion’s Mane” o “criniera di leone”. Tradizionalmente usato nella medicina orientale, questo fungo sta attirando l’attenzione anche della scienza moderna. Ma cosa dice davvero la ricerca?
Un’importante revisione pubblicata nel 2024 su Nutrition Research Reviews e disponibile su PubMed (PMID: 39988819) fa luce sul potenziale di Hericium come alleato nella prevenzione e nel trattamento delle malattie neurodegenerative, in particolare l’Alzheimer.
🧬 I meccanismi dietro il potere del fungo
L’articolo analizza in profondità i principi attivi chiave presenti in Hericium erinaceus: le erinacine e le hericenoni, due classi di composti neuroattivi capaci di stimolare la sintesi del Nerve Growth Factor (NGF). L’NGF è una proteina cruciale per la sopravvivenza, lo sviluppo e la rigenerazione dei neuroni, la cui carenza è stata correlata al declino cognitivo e all’Alzheimer.
Lo studio sottolinea che Hericium:
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Stimola la neurogenesi (formazione di nuovi neuroni)
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Modula il sistema immunitario e l’infiammazione cerebrale
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Attiva la via antiossidante Nrf2, riducendo lo stress ossidativo
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Interagisce con il microbiota intestinale, suggerendo un’azione sinergica sull’asse intestino-cervello
Uno degli aspetti più innovativi analizzati è proprio il legame tra salute intestinale e funzione cognitiva. Secondo i ricercatori, Hericium non agisce solo sul cervello in modo diretto, ma migliora anche l’equilibrio della flora intestinale, che a sua volta può influenzare l’umore, la memoria e la neuroinfiammazione.
🧪 Evidenze cliniche: risultati promettenti
Il lavoro recensisce diversi studi preclinici e clinici che mostrano gli effetti positivi di Hericium sulla funzione cognitiva:
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In modelli animali: l’assunzione di Hericium ha migliorato la memoria spaziale, ridotto le placche di β-amiloide (tipiche dell’Alzheimer) e aumentato i livelli di NGF nel cervello.
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Negli esseri umani: alcuni studi clinici hanno riportato miglioramenti significativi della memoria, della concentrazione e del benessere psicologico dopo settimane di integrazione con estratti di Hericium, anche in soggetti con lievi deficit cognitivi.
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Effetti acuti: anche una singola dose può migliorare temporaneamente l’attenzione e ridurre lo stress soggettivo.
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Assunzione regolare (fino a 12 settimane): associata a miglioramenti evidenti nella memoria e nella funzione esecutiva in soggetti sani.
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Pazienti con MCI (Mild Cognitive Impairment): benefici cognitivi superiori rispetto al placebo, con minimi effetti collaterali.
Inoltre, l’estratto arricchito in erinacina A – una forma particolarmente potente – ha mostrato di aumentare la biodiversità del microbiota intestinale e di rallentare il deterioramento cognitivo.
🧠 Alzheimer: una sfida che inizia prima dei sintomi
Uno dei messaggi chiave dell’articolo è che l’Alzheimer inizia molto prima della comparsa dei sintomi evidenti. La malattia si sviluppa silenziosamente per anni, e agire in fase preventiva è fondamentale.
Hericium erinaceus, grazie al suo profilo multifunzionale (neuroprotettivo, antiossidante, antinfiammatorio, prebiotico), potrebbe rappresentare una delle strategie più promettenti per prevenire o rallentare il declino cognitivo legato all’età.
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La bellezza di questo fungo sta nel fatto che la sua potenza è naturale. Non si tratta di un farmaco sintetico, ma di un alimento funzionale che può essere integrato in modo sicuro nella dieta quotidiana.
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